martedì 16 luglio 2013

DAI COMITATI DI LIBERAZIONE ALLA NASCITA DEI PARTITI

La provincia ionica e il ritorno alla democrazia dopo l’Armistizio

Badoglio con Mac Ferlane e Taylor
Il processo di democratizzazione nella Provincia Jonica – come del resto accade nel Mezzogiorno liberato – è ostacolato dalle ingerenze del Governo Badoglio e dal controllo capillare che vi esercita per mezzo del potere prefettizio.
Intervenendo nella nomina dei sindaci e delle Giunte, modificando spesso le designazione dei Comitati locali di Liberazione, il Prefetto colloca al vertice delle amministrazioni periferiche personaggi di provata fede monarchica, nel tentativo di salvarne l’istituto gravemente compromesso con il fascismo.
Nel gennaio del 1944 si tiene a Bari il primo Congresso dei partiti antifascisti che rappresenterà un atto di rottura ideale con il passato ventennio e segnerà l’avvio della ripresa della vita democratica del paese.
In questo clima di rinascita morale e civile, si ricostituiscono le organizzazioni politiche e sindacali. Notizie sulla formazione dei partiti a Taranto si possono ricavare, innanzitutto, dalle relazioni del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Reali “sulla situazione politico-economica, sulle condizioni dello spirito pubblico, ecc.” relative all’anno 1944.
La Democrazia Cristiana – che stabilirà la propria sede provinciale in Piazza Massari 7 – si costituisce intorno alla figura del dott. Ignazio Manganello, proveniente dal PPI di don Sturzo. Eletto segretario politico, sarà sostituito nella carica dal dott. Domenico Latanza perché ritenuto – secondo l’informativa dei Carabinieri – “subalterno alle autorità ecclesiastiche”. Nella DC tarantina sussiste, infatti, una tendenza laica di sinistra – il dott. Michele Pierri che ne è espressione tenterà, senza successo, di dar vita a una sezione, indicata dai CC, “cristiano comunista” (si tratta del Partito Cristiano Sociale), destinata però all’emarginazione per l’intervento deciso del clero e dell’Arcivescovo che, sconfessando l’iniziativa, faranno fallire l’esperienza.
In seno al Partito si delinea, alla luce di questi avvenimenti, una corrente maggioritaria moderata con a capo il dott. Francesco D’Elia, mentre altri esponenti – come l’ avv. Giulio Sansonetti, il dott. Giuseppe Cinieri e l’avv. Giuseppe Acquaviva – svolgeranno un ruolo di cerniera tra le divergenti posizioni.
La DC è presente sul territorio, al momento, con 21 sezioni e 20.000 iscritti dei quali la metà nel solo capoluogo.
Collateralmente al Partito, assume rilievo l’Associazione Cristiana dei Lavoratori Italiana – ACLI – guidata dal rag. Mario Berry, funzionario dell’Istituto della Previdenza Sociale di Taranto che gode del sostegno di Monsignor Motolese. L’organizzazione – che conta 3.000 aderenti e che dovrebbe svolgere un ruolo autonomo dai partiti – in realtà “agisce – come si legge nella relazione dei militari – nell’orbita della DC”.
Il PCI è forte nella provincia di 28 sezioni e un seguito di 12.000 iscritti dei quali 6.000 a Taranto. Appare a volte frenato nella sua azione dalle contrapposizioni – che non sono solo di natura personale ma riguarderebbero , anche, il giudizio su Togliatti – tra i suoi tre massimi esponenti: Edoardo Voccoli, Amedeo Renzulli e Giuseppe La Torre, tutti con un glorioso passato di intransigente antifascismo. Secondo quanto viene evidenziato dai Carabinieri, il PCI incontrerebbe difficoltà ad attecchire in realtà importanti come Castellaneta, Ginosa e Manduria. In realtà gli eventi dimostrano la superficialità di simili affermazioni.
Nell’ottobre del ’44, comunque, a Lizzano 700 iscritti comunisti trasmigrano in blocco nel partito democratico-liberale. Partito, quest’ultimo, che nella provincia jonica “ha un buon seguito” soprattutto tra i proprietari terrieri ed è valutato in oltre 20.000 aderenti e in 23 sezioni. Esponente di maggior rilievo del Partito è l’avv. Alberto Rochira.
Piuttosto debole appare dal punto di vista organizzativo, la consistenza delle altre forze politiche: il Partito Socialista, guidato da Roul Solari e dal dott. Ciro Drago – quest’ultimo reintegrato nel ruolo di Soprintendente alle Opere d’Antichità nella Puglia, privatogli dai fascisti – molto attivo negli anni del prefascismo, conterebbe 15 sezioni e soltanto un migliaio di iscritti. I locali della Federazione Provinciale sono ubicati in Via Pitagora.
Nella sua prima assemblea – che si tiene nella prima metà di agosto e alla quale partecipano vari rappresentanti della provincia – viene assegnato a Solari il compito di riorganizzare il Partito in Terra Jonica e nominato un Comitato Direttivo nelle persone di Pompeo Lorea, Guglielmo Izzo, Nicola Marturano, Arturo Girardi, Luigi Greco e Realino Spedicato.
Il dott. Ciro Drago sarà, invece, designato quale primo sindaco di Taranto del dopoguerra.
Il Partito d’Azione – che ha come esponenti di primo piano l’enologo Ferdinando Santulli, l’avv. Angelo Valente e Pietro Galasso – di sezioni ne conterebbe 16 con quasi 600 tesserati.
(…)

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